Liuteria di carta: il patrimonio documentario di Cremona come chiave per il “saper fare” liutario

26 set 2025

Cremona, città simbolo della tradizione liutaria, si distingue nel panorama mondiale non solo per la qualità e l’eccellenza dei suoi strumenti musicali, ma anche per un patrimonio storico e documentaristico di inestimabile valore, che costituisce un patrimonio culturale e scientifico di primaria importanza. La sua lunga storia di maestranze artigianali, di innovazioni tecniche e di un’identità culturale profondamente radicata nel “saper fare” si è consolidata nel corso dei secoli, facendo di Cremona un centro di eccellenza riconosciuto a livello internazionale. La valorizzazione di questo patrimonio, in particolare attraverso lo studio approfondito dei fondi archivistici Bacchetta e Cozio conservati presso la Biblioteca Statale di Cremona, rappresenta un passo fondamentale per sostenere e rafforzare l’identità della città come capitale mondiale della liuteria, promuovendo una cultura della conoscenza che si nutre non solo di competenze tecniche, ma anche di una consapevolezza storica radicata nelle fonti documentarie.

Il patrimonio archivistico di Cremona: un patrimonio di conoscenza e di identità

Il patrimonio documentario legato alla liuteria, costituito da fondi storici e documentari di grande valore, costituisce un bene comune che permette di ricostruire le origini, le evoluzioni e le trasformazioni di un’arte che ha fatto della città un punto di riferimento mondiale. In questo contesto, i fondi Bacchetta e Cozio assumono un ruolo centrale, rappresentando due pilastri fondamentali per la ricerca e la tutela della storia della liuteria cremonese e italiana.

Il fondo Bacchetta: un tesoro ancora in parte inesplorato

Il fondo Bacchetta, donato nel 1988 dalla famiglia di Renzo Bacchetta, figura di spicco nella vita culturale e sociale di Cremona, si presenta come un complesso archivistico di materiali documentari, tra cui manoscritti, dattiloscritti, fotografie e disegni. La sua importanza risiede non solo nel valore materiale, ma anche nel contenuto, che testimonia gli interessi umanistici di Bacchetta e la sua passione per la storia della città e della liuteria. La documentazione conservata nel fondo rivela un’attenzione particolare alle vicende storiche, alle tecniche costruttive e alle personalità che hanno contribuito a fare di Cremona un centro di eccellenza.

Tra i documenti si trovano materiali relativi alla rinascita liutaria del Novecento, spesso interpretata come un’ulteriore celebrazione del “genio italico” sotto il regime fascista, ma che, in realtà, ha contribuito a gettare le basi per la liuteria moderna. La documentazione, spesso in faldoni dall’aspetto modesto, cela invece spunti preziosi e notizie di grande valore storico e tecnico, offrendo ai ricercatori e ai liutai stessi un patrimonio di conoscenza fondamentale per comprendere le radici e le evoluzioni di questa arte. La presenza di manoscritti, lettere, fotografie e disegni permette di ricostruire le tecniche di costruzione, le caratteristiche delle forme e le modalità di approccio alla lavorazione del legno, elementi che costituiscono la base della tradizione artigianale cremonese.

L’analisi di questo fondo consente di approfondire le dinamiche culturali e tecniche che hanno caratterizzato la produzione liutaria nel corso del Novecento, evidenziando come la tradizione si sia evoluta e adattata alle nuove esigenze estetiche e funzionali, senza perdere di vista le radici storiche. La documentazione Bacchetta, inoltre, permette di ricostruire le reti di relazioni tra i maestri cremonesi e le altre botteghe italiane ed europee, contribuendo a delineare un quadro complesso e articolato della circolazione delle idee e delle tecniche. Non ultimo, i documenti conservati consentono di ricostruire i prodromi della nascita della Scuola Internazionale di Liuteria, fortemente voluta dal Bacchetta (che ne sarà anche tra i docenti), realtà che rappresenta il vero punto di collegamento tra una finalità di ricostruzione storica spesso solo celebrativa (come potevano apparire le celebrazioni stradivariane del 1937) e il moderno diffondersi del saper fare liutario cremonese nel mondo.

Il fondo Cozio: un patrimonio di strumenti e di conoscenza scientifica

Parallelamente, il fondo Cozio, acquisito dalla Biblioteca Statale di Cremona negli anni ’70, rappresenta un altro pilastro fondamentale per la ricerca liutaria. Composto dai manoscritti, dal carteggio e dagli strumenti appartenuti al conte Ignazio Alessandro Cozio di Salabue (1755-1840), esso documenta l’interesse e l’attività commerciale del conte nei confronti delle grandi botteghe cremonesi e italiane, con particolare attenzione a Giovan Battista Guadagnini e ai rapporti con Antonio Stradivari. La collezione include strumenti originali, forme, stampi e materiali di grande valore storico e scientifico, spesso oggetto di studi e pubblicazioni.

Il fondo Cozio permette di ricostruire le dinamiche di mercato, le tecniche di costruzione e le caratteristiche stilistiche dei maestri cremonesi, offrendo un quadro completo delle relazioni tra artigiani, collezionisti e mercanti. La documentazione comprende anche lettere, fatture, inventari e disegni tecnici, che consentono di analizzare le modalità di approvvigionamento dei materiali, le strategie di vendita e le preferenze estetiche dell’epoca. La presenza di strumenti originali, come violini, viole e violoncelli, permette di effettuare studi scientifici e diagnostici, contribuendo alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio strumentale.

L’importanza del fondo Cozio risiede anche nella possibilità di confrontare le caratteristiche tecniche e stilistiche degli strumenti con le descrizioni e le analisi contenute nei manoscritti, creando un ponte tra teoria e pratica. La documentazione permette di ricostruire le tecniche di lavorazione, le forme e le finiture adottate dai grandi maestri cremonesi, contribuendo a una più approfondita comprensione delle innovazioni tecniche e delle scelte estetiche che hanno caratterizzato la produzione liutaria nel corso dei secoli. 

La ricerca storica e tecnica come strumento di valorizzazione

L’importanza di questi fondi risiede non solo nel valore storico, ma anche nella possibilità di creare un ponte tra passato e presente. La ricerca documentaria, affidata a storici, paleografi e specialisti di materiali, deve essere strettamente collegata alla pratica dei liutai, affinché si possa sviluppare una consapevolezza più profonda del proprio “saper fare”. La sinergia tra studio e pratica può generare una cultura della liuteria più consapevole, radicata nelle radici storiche di Cremona, città che ha saputo mantenere viva la tradizione attraverso le generazioni, anche in un contesto globale e diffuso come quello odierno.

In questa prospettiva, il patrimonio documentario rappresenta un patrimonio condiviso, non solo per gli studiosi, ma anche per i liutai stessi, chiamati a conoscere e valorizzare le proprie origini. La conoscenza delle fonti storiche permette di evitare che la diffusione della tradizione cremonese si limiti a un’immagine estetica o celebrativa, rischiando di perdere di vista le radici profonde di un’arte che ha fatto di Cremona un simbolo universale della liuteria.

Un aspetto cruciale per la tutela e la valorizzazione di questo patrimonio è rappresentato dalla possibilità di mettere in rete e rendere accessibili questi materiali attraverso strumenti digitali e piattaforme online. La digitalizzazione dei fondi Bacchetta e Cozio, accompagnata da un’attenta catalogazione e da strumenti di ricerca avanzati, può favorire l’accesso a un pubblico più ampio di studiosi, studenti, liutai e appassionati, contribuendo a diffondere la conoscenza e la consapevolezza della tradizione cremonese.

In questo senso, le iniziative di mostre, convegni e pubblicazioni rappresentano momenti fondamentali per sensibilizzare l’opinione pubblica e il mondo accademico sull’importanza di preservare e valorizzare questo patrimonio. La Biblioteca Statale di Cremona, in collaborazione con istituzioni accademiche, musei e associazioni di categoria, può svolgere un ruolo di primo piano nel promuovere progetti di ricerca, di formazione e di divulgazione, creando un circuito virtuoso tra studio, pratica e valorizzazione culturale.

La sfida della conservazione e della trasmissione

La conservazione di questi fondi rappresenta una sfida continua, che richiede interventi di restauro, di tutela e di digitalizzazione. La tutela dei materiali cartacei, fotografici e degli strumenti richiede competenze specifiche e un’attenta pianificazione, affinché si possa garantire la conservazione nel tempo e l’accessibilità futura. La trasmissione di questo patrimonio alle nuove generazioni di liutai e di studiosi è un obiettivo prioritario, che può essere perseguito attraverso programmi di formazione, workshop e corsi di specializzazione.

Inoltre, la valorizzazione di questo patrimonio deve essere accompagnata da un’attenta riflessione sulla sua funzione sociale e culturale. La liuteria cremonese, infatti, rappresenta un esempio di come un’arte artigianale possa diventare un simbolo di identità, di innovazione e di eccellenza. La sua storia, documentata e studiata attraverso i fondi Bacchetta e Cozio, può diventare un modello di riferimento per altre realtà artigianali e culturali, contribuendo a rafforzare il senso di appartenenza e di orgoglio locale.

Il progetto di mettere in rete e rendere accessibili questi materiali si configura come un’opportunità per rafforzare la memoria storica e la cultura tecnica della liuteria. La serie di mostre legate alla liuteria promosse dalla Biblioteca Statale di Cremona a partire dal 2013 con cadenza quasi annuale hanno inteso offrire un momento di riflessione e di riscoperta di questa eccellenza locale attraverso un percorso documentario che ha coinvolto fotografie, disegni, lettere e manoscritti provenienti dai fondi documentari: non solo i due maggiori già citati, ma anche altri che, apparentemente, risultano contenutisticamente lontani: come non ricordare, a questo proposito, la serie di lettere (conservate nel fondo Robolotti) che Federico Sacchi, negli anni Settanta dell’Ottocento, invia a Francesco Robolotti stesso da Londra (dove rivestiva l’incarico di segretario personale del curatore del British Museum). Si tratta di documenti preziosi che raccontano la presenza della produzione liuteria cremonese nelle maggiori collezioni private britanniche e il profondo interesse per questo tema, in un’epoca in cui in Italia in generale e a Cremona in particolare, il nome di Stradivari era pressoché dimenticato. Tutto ciò con l’intento di rendere visibile un patrimonio finora conosciuto da pochi, contribuendo a diffondere una consapevolezza più ampia del valore storico e culturale della tradizione cremonese.

Un patrimonio vivo e dinamico

In conclusione, la valorizzazione di tutto quel patrimonio documentale legato alla liuteria che abbiamo voluto chiamare ‘liuteria di carta’, rappresenta un investimento strategico per la tutela e la promozione della cultura liutaria cremonese e italiana. La ricerca documentaria, integrata con la pratica artigianale, può contribuire a rafforzare l’identità di Cremona come capitale mondiale della liuteria, garantendo che il “saper fare” non sia solo una competenza tecnica, ma anche un patrimonio di conoscenza e memoria condivisa, capace di attraversare le epoche e alimentare il futuro di questa arte senza tempo.

Il patrimonio archivistico di Cremona, dunque, si configura come un patrimonio vivo e dinamico, che richiede attenzione, cura e innovazione. La sua valorizzazione può favorire una maggiore consapevolezza delle radici storiche e culturali della tradizione liutaria, stimolando un dialogo tra passato e presente, tra artigianato e ricerca scientifica. Solo attraverso un impegno condiviso tra istituzioni, studiosi, liutai e cittadini si potrà garantire che questa eredità, così ricca e complessa, continui a essere un punto di riferimento e di ispirazione per le generazioni future, contribuendo a mantenere viva la grande tradizione cremonese e il suo ruolo di eccellenza nel mondo.

Cremona, città simbolo della tradizione liutaria, si distingue nel panorama mondiale non solo per la qualità e l’eccellenza dei suoi strumenti musicali, ma anche per un patrimonio storico e documentaristico di inestimabile valore, che costituisce un patrimonio culturale e scientifico di primaria importanza. La sua lunga storia di maestranze artigianali, di innovazioni tecniche e di un’identità culturale profondamente radicata nel “saper fare” si è consolidata nel corso dei secoli, facendo di Cremona un centro di eccellenza riconosciuto a livello internazionale. La valorizzazione di questo patrimonio, in particolare attraverso lo studio approfondito dei fondi archivistici conservati presso istituzioni come la Biblioteca Statale, l’Archivio di Stato, il Museo del Violino rappresenta un passo fondamentale per sostenere e rafforzare l’identità della città come capitale mondiale della liuteria, promuovendo – attraverso l’azione sinergica tra istituti di cultura, Università, associazioni di categoria - una cultura della conoscenza che si nutre non solo di competenze tecniche, ma anche di una consapevolezza storica radicata nelle fonti documentarie. 

Si tratta dunque di un patrimonio comune che permette di ricostruire le origini, le evoluzioni e le trasformazioni di un’arte che ha fatto della città un punto di riferimento mondiale. In questo contesto, la ricerca documentale assume un ruolo centrale, rappresentando una solida base per la tutela della storia della liuteria cremonese e italiana.

Direttore della Biblioteca Statale di Cremona

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Raffaella Barbierato

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